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Dunque, e’ andata proprio bene.

Non mi soffermo piu’ di tanto sulla mia esibizione personale, che’ non e’ da gentiluomini, e non e’ che mi riferisco a quella quando dico che la serata e’ andata bene.

J

Diro’ solo che ho fatto quello che dovevo fare e l’accoglienza riservatami e’ stata piu’ che buona.

 

Ma e’ stata una grande serata perche’ al Ristoshow di Via Ascanio, Milano, (bellissimo locale fatto come le vecchie discoteche anni ’70, un bar ed un palco rialzati ed opposti rispetto ad una pista incassata ed occupante tutta la sala) c’erano tutti gli stati maggiori di Maggie’s Farm e devo dire che dal vivo sono anche piu’ alla mano, disponibili, preparati e capaci di quanto potessi intravedere dalla lettura in rete.

 

Parto dalla triade che mi ha voluto li’ e cui va il mio ringraziamento:

Claudio Panontin, il patron della serata, estremamente gentile, presente e affidabile; poi
Michele Murino, che grazie al suo sito sta diventando come i divi; in foto sembra un signore, in 3D sembra un ragazzetto; cosi quando lo vedo gli dico: *Hey, sai che dal vivo sembri piu’ giovane?* J e infine Daina Ventura che, dopo il rinvio indeterminato del Teatro Elena si e’ prodigata per far funzionare questo meeting, e che io facevo un sergente di ferro altissima, coi tacchi a spillo e antipatica;  invece e’ una personcina meravigliosa ed alla mano che alla fine si e’ anche scatenata sul palco come guest star in tutti i bis finali!

 

Ma ho anche incontrato Salvatore Esposito, cui devo ancora molto per aver pubblicato l’intervista piu’ gratificante che finora abbia al mio attivo, e Paolo Vites che avevo gia’ incrociato nei primi anni ’90 (ma lui non si era accorto di me perche’ io avevo dodici anni, allora) J.

 

Tra i musicisti ho conosciuto i Blackstones che gia’ avrebbero dovuto essere con me a Milano a Maggio e i *Beards*, che ho ammirato come esecutori di pezzi assolutamente misconosciuti anche tra i dylaniani, cioe’ i pezzi di *Basement Tapes*, album apocrifo scritto a 4 mani (o 12?) con The Band; il cantante-tastierista e’ un animale da musica come ne ho visto pochi.

Tra gli acustici (solisti, duo e trio) alcuni veramente molto bravi.

Il mio personalissimo *award* lo darei ai *Freewheelin’*, incredibilmente carismatici, concentrati e magnetici, protagonisti di due splendide versioni di *Rocks And Gravel* e di *In My Time Of Dying*; ma anche gli altri mi hanno colpito positivamente!

 

L’alternarsi dei gruppi e’ stato gestito bene, considerando le difficolte’ ben note a chi suona; il pretesto di intervallare le esibizioni con la proiezione in anteprima di *No Direction Home*, il film documentario che Scorsese ha girato su Dylan e’ stata utilissima in questo senso; vedere sullo schermo il nostro che a 24 anni infiammava le platee inglesi con la rivoluzione di *Like A Rolling Stone* da un parte faceva tremare le gambe a chi doveva poi salire sul palco, ma dall’altra e’ stato veramente emozionante.

Non pensavo che fosse cosi’ carino, ‘sto DVD; adesso non vedo l’ora di prenderlo!

 

Gli unici voti negativi li devo dare al traffico (mai una pausa nel pomeriggio, all’andata)  ed alla nebbia (mai una pausa nella notte del ritorno) ma son cose da mettere nel conto; tanto all’andata ho parlato 4 ore filate con Paola ed al ritorno ho ascoltato per 4 ore DeAndre’, Bennato e Frank Zappa. (no, non Dylan)

 

Cosi’ per il terzo anno consecutivo metto in cantiere un Dylan Meeting; vorrei dire il piu’ bello, ma sarebbe scontato, vorrei dire il piu’ importante, ma sarebbe presuntuoso; allora dico che e’ sicuramente l’ultimo, nella speranza che non lo sia affatto.