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libro
del profeta Abacuc
Persone
malate che continuavano a soffrire, condannati da mali incurabili che andavano
inesorabilmente incontro alla morte, situazioni di violenza e di sopruso che
sfociavano puntualmente in dolore e a volte disperazione, persone care a volte
la nostra stessa vita di fronte a sofferenze e incomprensioni di cui non si vede
che il negativo. Quanti
dubbi e forse anche sensi di colpa che ci hanno raggiunto: “allora non ho
abbastanza fede? è colpa mia se non ottengo ciò che chiedo? possibile che la
salute o la stessa vita di una persona dipenda dalla mia povera fiducia in
Dio?” La
fede trasforma completamente il cuore umano, provoca un modo nuovo di pensare,
di capire, di amare, di vivere. È la scelta totalizzante di Dio. In effetti, la parola "credere" nella radice ebraica ("amen") indica anzitutto l'appoggiarsi esclusivamente su Dio, l'affidarsi interamente a Lui, il preferirlo a ogni realtà di questo mondo. Nella lingua latina "credere" significa propriamente "cor-dare" = fare dono del proprio cuore a Dio. “Fino
a quando Signore implorerò e non ascolti…Perché mi fai vedere l’iniquità
e resti spettatore dell’oppressione?” è il grido di Abacuc nella prima
lettura, un grido che ancor oggi sale al cielo da chissà quanti posti, per lo
più sconosciuti. Vivere
la fede in situazione. Il credente, di qualsiasi epoca e luogo, non può
esimersi dall’interrogare la propria fede di fronte alle situazioni concrete
della vita, non può non praticare la sua fede incarnandola nella vita. Fede
e vita o si sostengono insieme, o insieme crollano. Una
delle bestemmie più gravi è quella che si dice quando si fa un uso
inappropriato della frase “bisogna accettare la volontà di Dio”, quando la
“fede” rimane senza parole e senza fatti di fronte all’ingiustizia e alla
sofferenza, non è fede. Dio
non ha a che fare con le disgrazie presenti nel pianeta, con la fame nel mondo,
la violenza delle guerre, la malattia, né con la sofferenza, il dolore o la
morte. Dio
non è ne spettatore indifferente ne giudice spietato. Dio
ha a che fare con la nostra libertà. L’uso
che noi facciamo di questa libertà, le regole e le priorità che nella nostra
libertà scegliamo sono aspetti che riguardano noi. La
volontà di Dio è chiara: comunicarci il volto misericordioso del Padre, farci
il dono di un esperienza personale della sua misericordia. La
volontà di Dio è che questa sua misericordia, vissuta da ciascuno di noi,
possa raggiungere ogni persona, possa poco a poco cambiare le regole delle
nostre relazioni umane, possa sostituirsi ai dogmi dell’interesse privato e
della ricerca individuale del bene, possa scardinare tutte le porte chiuse
dall’indifferenza, dalla paura e dall’egoismo. Il
brano evangelico d'oggi non tratta di misurazione della fede. Non
è questione di quantità ma di qualità. Gesù ci dice che basta
anche solo un po' di fiducia (che la misericordia del Padre sia davvero la
strada che realizza appieno la nostra vita) per rendere la travagliata esistenza
umana meno insopportabile nel suo confronto con la faticosa realtà quotidiana. “Aumenta
Signore la nostra fede”, la fede che solo sperimentando appieno la tua
misericordia possiamo davvero vivere liberi e vivere con responsabilità la
nostra libertà, offrendo vita a tutte le situazioni che ci interpellano. Mi
guardo attorno ancora con un po’ d’attenzione, ripenso ai volti e alle
storie di tante persone e mi accorgo che la fede in realtà continua a fare
miracoli. Sono
i "piccoli miracoli", ignorati, sconosciuti, ma che si danno nella
vita quotidiana di molti cristiani, dei miei vicini, delle persone che amo, dei
fratelli della mia comunità, di tanta gente che neppure conosco. Il
miracolo del ricominciare a credere alla vita, al bene che nonostante tutto si
può comunicare. Il miracolo del perdono sincero e franco, difficile perché
richiede un lungo cammino personale, ma non impossibile. Il miracolo del
servizio costante, abnegato, disinteressato, motivato unicamente dall'amore. I
gelsi possono stare tranquillamente al loro posto, così pure le montagne. Il
mare può vivere in pace senza la paura di essere invaso da intrusi.
Sono
ben altre le montagne e i gelsi che la fede nella misericordia di Dio ci aiuta a
smuovere. Il
servizio disinteressato, altro tema che si potrebbe approfondire… Magari
un’altra volta |