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Dalla prima lettera di
san Paolo apostolo ai Corinzi
1,1-3
Paolo, chiamato ad essere apostolo di Gesù Cristo per volontà di Dio, e il fratello Sostene, alla Chiesa di Dio che è in Corinto, a coloro che sono stati santificati in Cristo Gesù, chiamati ad essere santi insieme a tutti quelli che in ogni luogo invocano il nome del Signore nostro Gesù Cristo, Signore nostro e loro: grazia a voi e pace da Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo
+ Dal
Vangelo secondo Giovanni
1,29-34 Giovanni rese testimonianza dicendo: “Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua, mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio
Un tempo ordinario che
inizia …nella nostra vita ordinaria che continua.
Così
è gran parte della nostra vita: ordinaria.
E
cioè normale, molto spesso senza grandi novità, tutto sommato regolare. Ogni
settimana ripetiamo sostanzialmente le stesse cose: il lavoro, la scuola, le
faccende domestiche, il ritmo degli impegni dei figli, il tempo libero; le
gioie, le fatiche, le attese... Una
vita ordinaria è spesso la nostra: così ordinaria che a volte ci pesa, tanto
che a volte vorremmo cambiare, trovare qualcosa di nuovo, di diverso (fuggire?).
Può
capitare che l'ordinario diventi noioso, ripetitivo, insopportabile, al punto da
desiderare radicalmente altro... Forse
anche per Giovanni il Battista la vita cominciava a sembrare molto ordinaria:
aveva predicato il suo Vangelo di conversione, aveva battezzato molta gente
sulle rive del fiume Giordano, aveva atteso e invocato la venuta del Messia. E
ora tutto questo gli pareva molto ordinario; forse troppo ordinario, perché il
Messia tardava a venire, le cose non cambiavano e i segni attesi di questa
conclamata vicinanza del regno non si facevano vedere; forse questa situazione
metteva a dura prova la sua pazienza... Lo
stesso Gesù di Nazareth, all'inizio, gli era parso troppo ordinario, al punto
di non riconoscerlo per quello che davvero era (cfr.v. 31: Io non lo
conoscevo). Ma
soltanto per un momento. Poi
Giovanni apre gli occhi, e riconosce in quel Gesù, così ordinario e normale,
il Figlio di Dio: "e io ho visto e ho reso testimonianza che questi è
il Figlio di Dio" (cfr. v 34). Il
vangelo di oggi è una testimonianza: Giovanni, dopo non poche difficoltà dubbi
e incertezze (cfr. Mt 11,3 “Sei tu…o dobbiamo aspettarne un altro”)
apre gli occhi e riconosce nell'ordinaria storia degli uomini la straordinaria
presenza di Dio. Così
può essere anche per noi, in questo "tempo ordinario" che inizia,
nella nostra vita ordinaria che continua: la Chiesa ci dona la Parola perché
anche a noi possa accadere di incontrare Dio nell'ordinario. Perché
il Signore non ci chiede di fare cose straordinarie per vedere il suo volto: "Sacrificio e offerta non gradisci" -
preghiamo oggi nel salmo 40 – “Non hai chiesto olocausto e vittima per la colpa; e
allora ho detto: Ecco, io vengo. Sul rotolo del libro, di me è scritto che io
faccia il tuo volere. Mio Dio, questo io desidero, la tua legge è nel profondo
del mio cuore". Nella
gratuità di una vita che ci ritroviamo tra le mani, con tutti i limiti e le
precarietà, gli sbagli e il negativo che ci portiamo appresso, la cosa che
ancora può sorprenderci è l’ordinaria realtà della Sua presenza: non ci
chiede conto dei nostri errori, non ci chiede di “pagare” per i peccati (è
lui L’agnello che toglie i nostri peccati, cfr. v. 29), ma ci chiede solo di
fare la nostra parte. L’ordinarietà
della nostra vita: il luogo per dire “Ecco io vengo”,
…ci sono e faccio la mia parte; il luogo per poter dire: “questa vita che
sto vivendo è la mia vita”; con parecchi limiti, condizionato dalla mia
storia passata ma ancora un dono da vivere con uno scopo, un fine, una missione.
Certo
c’è da faticare ogni giorno, nell'ordinario, ma il vangelo ci suggerisce di
avere gli occhi aperti e ben attenti, per poter scoprire lo Spirito di Dio,
nella quotidianità che può diventare tutt’altro che ordinaria. Al
modo di Giovanni, che ha scoperto lo Spirito in Gesù di Nazareth, anche noi
siamo spronati dal vangelo a scoprire lo Spirito della nostra vita, (il
senso, lo scopo del nostro vivere) nell’ordinarietà: è qui che incontriamo
la Parola che si è fatta carne, è qui che viviamo concretamente l’eucaristia
come rendimento di grazie, come dono per chi ci è vicino. Interessante
il modo con cui San Paolo chiamava i cristiani del suo tempo (cfr 1Cor 1,1-3):
“santi”, gente che splende di bellezza per la loro bontà, la loro
sensibilità, la loro misericordia. E in
questo tempo così ordinario, noioso, ripetitivo, a volte insopportabile, al
punto da desiderare radicalmente altro… trovarci santi:capaci di amare. Non ci
sono altre strade per imparare a gustare tutta la nostra vita. Scopriremo
che non serve essere "super" per vivere bene: basta aprire gli occhi
sulla presenza di Dio, sul suo Spirito che già oggi ci sostiene. Proprio
come Gesù: che non era certo un "super", ma che ha giocato davvero
bene la sua vita. Fino
alla fine, assumendo tutte le contraddizioni nella quotidiana e ordinaria
decisione di affidarsi all’amore del Padre dicendo: “Ecco io vengo”, io ci
sono, io sono qui, questa vita è la mia vita “perché dove sono io siano
pure quelli che tu mi hai dato” (cfr Gv 17,19). |