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Atti 1,1-11 (…) Così venutisi a trovare insieme gli
domandarono: “Signore, è questo il tempo in cui ricostituirai il regno di
Israele?”. Ma egli rispose: “Non spetta a voi conoscere i tempi e i momenti
che il Padre ha riservato alla sua scelta, ma avrete forza dallo Spirito Santo
che scenderà su di voi e mi sarete testimoni a Gerusalemme, in tutta + Dal Vangelo
secondo Marco 16,15-20 In
quel tempo, Gesù apparve agli Undici e disse loro: “Andate in tutto il mondo
e predicate il vangelo ad ogni creatura. Chi crederà e sarà battezzato sarà
salvo, ma chi non crederà sarà condannato. E questi saranno i segni che
accompagneranno quelli che credono: nel mio nome scacceranno i demoni,
parleranno lingue nuove, prenderanno in mano i serpenti e, se berranno qualche
veleno, non recherà loro danno; imporranno le mani ai malati e questi
guariranno”. Anche
la liturgia oggi ci parla di un addio, di un’assenza. Non
basta la vita di tutti i giorni a lacerarci nelle separazioni. Anche
nella festa! Da questa vita continuamente si parte; continuamente si saluta; continuamente si resta soli; continuamente viviamo forme di abbandono; …angoscia di fronte alla paura, nella desolazione del vuoto. Non
è soltanto il partire da questa terra, il morire, ma il fatto che qualcosa
doveva accadere di definitivo, di bello …e non è accaduto. Si
muore sempre molto prima di morire. Ed
è facile ritrovarci nella tristezza, tra lacrime di una sofferenza profonda,
antica. Il
mondo appare nella sua banalità; il lavoro, la famiglia, l’amicizia, il
divertimento, gli ambiti quotidiani del vivere segnano il passo. A
noi il dono di una Parola "Andate
in tutto il mondo e predicate il Vangelo". L’assurda
proposta fatta ai discepoli ancora impauriti, che avevano faticato a crederlo
risorto, viene fatta anche a noi lacerati in questa nostra vita. Gesù
apre un orizzonte sconfinato, che non ci appartiene, impauriti e scoraggiati; ci
avvia alla missione, senza riguardo e senza sconti. Nel
racconto dell'ascensione, dell’abbandono, il Vangelo, con fastidiosa sorpresa,
parla più di noi che di Cristo. Riceviamo
oggi la stessa consegna degli apostoli: annunciate. Nient’
altro. Non:
“organizzate, occupate i posti di potere, assoggettate, fate norme e leggi…
“ Solo:
“annunciate”. Il
Vangelo. Non le vostre idee più belle facendo sfoggio di saggezza e intelligenza, annunciate non la soluzione di tutti i problemi, non le cose esatte, non la coerenza, non una politica o una teologia. Il
Vangelo.
Nessun
uomo sia considerato indegno, nessuno che sia davvero fuori dalla grazia di Dio,
nessuno che non possa essere contagiato dal suo Amore, che non possa essere
raggiunto dalla sua Misericordia. Solo
in questa prospettiva potremo avvertire Leggendo
e rileggendo questo testo del Vangelo si insinua una sensazione strana: pur
riconoscendo l’assurdità della proposta siamo animati dalla convinzione di
potercela fare: potremo trasmettere il Vangelo, vivo, oggi, a renderlo concreto
e capace di incrociare la vita. Anche
se facciamo fatica a credere, possiamo, dobbiamo aiutare altri a credere. “questi
saranno i segni che accompagneranno…” Prima
di essere "cose da fare" sono eventi da riconoscere. Là
dove c'è misericordia, desiderio di conversione, lotta contro il male, le
ingiustizie e i soprusi, dove le persone lottano nella ricerca di senso, lì è
in azione il Risorto. E
questo accade quotidianamente, non solo tra i credenti e praticanti. Là
dove si crea comunicazione, dialogo, desiderio di bene, scambio di speranze, lì
il Risorto è presente, come lingua nuova per che cerca la pace. “e
se berranno qualche veleno…” Troppi
veleni tra noi, anche nella nostra comunità cristiana! Forza
della sua presenza in noi è il non lasciare troppo potere al male; quando
cattiverie e veleni decidiamo di lasciarceli alle spalle, armi spuntate e
obsolete, inefficaci al confronto con la compassione, è la sua presenza che ci
accompagna. Passeremo
indenni tra le cose che avvelenano il cuore, perché nostro antidoto è una
Parola che fa vivere, segno efficace di un amore che nella verità sempre
rinasce. L’Ascensione
ci confida una verità: Cristo non è salito verso l'alto, ma è andato oltre,
verso l'intimo delle cose, l’intimo del nostro esistere… festa
che anche oggi ci parla di abbandono, potrebbe essere presagio: chissà, forse
non è lontano per noi il momento di gustare il sapore di questa verità… ma
non è certezza, dal cuore sgorga solo come invocazione.
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